Una situazione complessivamente positiva del territorio ferrarese, con 8 indici su 11 (corrispondenti ad altrettanti campi tematici) superiori alla media nazionale, che però si riducono a 2 se il confronto avviene rispetto alla media regionale.
Va detto che l’Emilia-Romagna presenta, a sua volta, ben 10 indici su 11 superiori alla media nazionale, per cui il confronto è con una realtà regionale di punta nel contesto italiano.
A raccontare questi numeri è il report “Misurazione del Benessere: confronti tra territori”, che integra il fascicolo pubblicato a fine gennaio (https://www.provincia.fe.it/Novita/Comunicati-stampa/Pubblicata-l-edizione-2022-del-Bes) .
L’iniziativa, con lo scopo di rilevare i livelli di benessere dei 31 enti partecipanti fra 23 Province e 8 Città metropolitane di nove regioni italiane, è il prodotto di un protocollo d’intesa sottoscritto nel 2020 tra Istat, Upi, Anci e Regioni, con particolare coinvolgimento degli uffici statistica. Accordo che ha reso possibile condividere indicatori, parametri e metodi di rilevazione, rendendo comparabili i dati raccolti e consentendo di costruire, inoltre, indici compositi che sintetizzano l’andamento dei singoli indicatori (https://www.provincia.fe.it/Documenti-e-dati/Documenti-di-supporto/Benessere-e-sostenibilita).
In particolare, sono 11 le aree tematiche esaminate, appunto, in coerenza con gli obiettivi fissati dall’Agenda Onu 2030 approvata nel 2015: salute, istruzione, formazione lavoro, benessere economico, relazioni sociali, sicurezza, paesaggio, patrimonio culturale, ambiente, innovazione-ricerca-creatività e politica-istituzioni.
La Provincia di Ferrara fa parte dal 2010 del Coordinamento uffici statistici delle Province italiane (Cuspi) e dal 2020 collabora alla realizzazione del progetto Bes.
In dettaglio, Ferrara nel campo della salute si presenta in linea con i valori nazionali, nonostante gli effetti patiti dallo shock pandemico – che, peraltro, non ha risparmiato il contesto regionale -, specie se si fa riferimento al tasso di mortalità degli ultra 65enni.
Sopra la media nazionale la provincia estense risulta anche per gli indici istruzione-formazione (specie sul terreno della formazione continua e dei Neet, cioè la quota di giovani che non studia né lavora) e lavoro-conciliazione tempi di vita (in particolare sulle differenze di genere nel tasso di inattività), oltre all’indice benessere economico (per esempio, fra pensioni di basso importo, differenza di genere nelle retribuzioni e tasso di sofferenza nei prestiti bancari).
I dati, poi, della capacità di riscossione della Provincia e il numero di amministratori donne nei Comuni, contribuiscono a collocare Ferrara ugualmente sopra la media nazionale nella dimensione politica e istituzioni.
Nel rapporto provincia-regione, Ferrara batte Emilia-Romagna nel campo lavoro-conciliazione tempi di vita (bene le differenze di genere e il tasso di inattività giovanile) e nell’ambito paesaggio e patrimonio culturale (i dati positivi riguardano il verde e il numero di biblioteche).
È, poi, in recupero rispetto ai più elevati standard regionali in campo ambientale (disponibilità di verde urbano) e della qualità dei servizi (soddisfacente l’energia prodotta da fonti rinnovabili e la raccolta differenziata rifiuti urbani).
C’è, invece, da lavorare sul fronte istruzione-formazione (sotto la media regionale tranne per il numero di laureati in discipline tecnico-scientifiche), politica-istituzioni (in particolare il dato degli amministratori giovani nei Comuni) e innovazione (sotto la media regionale in tutti gli indicatori, tranne la presenza di aziende specializzate con alta densità di conoscenza).
In linea con i numeri dell’Emilia-Romagna, infine, sono i parametri delle relazioni sociali (alunni disabili nelle scuole, permessi di soggiorno e acquisizioni di cittadinanza) e quelli sul fronte della sicurezza (se da un lato ci sono più furti e frodi informatiche, dall’altro si registrano meno violenze sessuali e meno feriti in incidenti stradali ogni 1.000 abitanti).