Il signor Ivano Mirelli (vedi intervento in allegato), da cittadino, evidentemente non conosce l’iter di approvazione della progettazione degli interventi di riparazione dei danni, miglioramento sismico e adeguamento funzionale del Castello Estense.
È il caso, quindi, di ricordare che in questi anni è stato svolto un lungo lavoro che ha impegnato professionisti e tecnici e che ha richiesto la condivisione del Ministero della Cultura, l’Agenzia regionale per la ricostruzione, la Soprintendenza, i Vigili del fuoco, per non citarne che alcuni.
Il Decreto approvato dal ministro della Cultura il 3 maggio scorso, che ha di fatto annullato il finanziamento di 7 milioni di euro assegnato nel 2017, è stato in realtà pubblicato il 7 giugno e fino a quel momento la Provincia, stazione appaltante, e tantomeno il Comune, gestore del percorso museale, non ne hanno avuto comunicazione, né alcuna interlocuzione preventiva è stata attivata in precedenza dal Ministero, né dal Segretariato regionale, ente tramite il quale transita la liquidazione dei fondi.
Al contrario, l’unica indiscrezione giunta a entrambe le amministrazioni tramite la stampa locale, riguardava l’assegnazione di ulteriori 3 milioni, che avrebbero in parte accolto la richiesta ben superiore avanzata congiuntamente da Provincia e Comune, per interventi ulteriori di efficientamento impiantistico del percorso museale in Castello al piano terra e primo.
La decisione del Ministero arriva, quindi, improvvisa e curiosamente poco dopo l’approvazione del progetto esecutivo avvenuta in data 27 marzo 2024, che avrebbe consentito di dare avvio alla procedura di affidamento dei lavori.
Va anche ricordato che il finanziamento stanziato dal Ministero nel 2017 si era sommato a quello di pari importo precedentemente erogato dall’Agenzia per la ricostruzione (dopo il sisma del 2012) e a circa 2,5 milioni di fondi provinciali, concorrendo all’importo complessivo di 16,2 milioni.
Come argomentato in una lettera inviata al Ministro insieme dal presidente della Provincia e dal sindaco di Ferrara, il rischio è ora di compromettere anni di lavoro e un iter lungo e complesso, oltre ad aggravare una situazione di vulnerabilità del Castello Estense che richiederebbe interventi immediati.
Dunque, ricostruiti i fatti nella loro effettiva sequenza, ci si aspetterebbe che la preoccupazione si unisse a quella già espressa in modo corale dagli amministratori di Provincia e Comune, pensando in primo luogo al bene del monumento simbolo di Ferrara.