Con sette voti a favore (Padovani, Baldini, Chiappini, Colaiacovo, Dall’Acqua, Perelli e Sandoni) e cinque contrari (Amà, Bizzarri, Carità, Guaraldi e Saletti), è stato approvato in Consiglio provinciale un ordine del giorno “contro la proposta di costruire un nuovo Centro di permanenza e di rimpatrio” a Ferrara.
Il documento è stato illustrato da Francesco Colaiacovo, che lo ha presentato a nome del gruppo consiliare “Ferrara Insieme”, con lo scopo di “manifestare ferma contrarietà – così il testo - a qualsiasi ipotesi di realizzazione di Cpr all’interno di tutto il territorio provinciale di Ferrara e sollecitare il Governo e il Parlamento a rivedere la legislazione in essere relativa al sistema di detenzione amministrativa disponendo la chiusura dei Cpr".
“Non vanno fatti né a Ferrara, né altrove – ha precisato Colaiacovo – perché costituiscono nella realtà una violazione dei diritti umani”.
Nati come strutture di trattenimento per cittadini non comunitari sprovvisti di regolari documenti di soggiorno, oppure destinatari di provvedimenti di espulsione, di fatto – è la critica – si sono dimostrati una non soluzione del problema migratorio per una serie di ragioni.
Il fatto che, in concreto, ospitino non criminali ma irregolari, il riscontro – a seguito di indagini – di violazioni dei diritti umani, la mancanza di servizi (riscaldamento, servizi igienici, medicinali), l’inefficacia – come attestato dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale – delle procedure di espulsione, l’aumento dei tempi di trattenimento fino a 18 mesi, con lo slittamento dalla condizione di trattenimento a quella della detenzione, i numeri triplicati dei flussi migratori dal 2021 a oggi, sono alcune delle ragioni elencate dal documento per delineare il quadro di contesto generale dei Cpr.
A queste si aggiungono le ragioni contrarie all’apertura di un Cpr a livello locale, per le condizioni di fragilità e difficoltà che il territorio provinciale sconta, unitamente a minori opportunità di lavoro, alla scarsità di risorse e al potenziale sovraccarico di strutture e servizi sanitari già in sofferenza.
Il documento, inoltre, fa riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Ferrara rispetto alle notizie dell’apertura di un Cpr nella zona sud della città, “subito dichiarato favorevole – prosegue il testo - ad accogliere una tale struttura in quel sito”. Dichiarazioni cui hanno fatto seguito, dopo le “preoccupazioni e contrarietà da parte di cittadini e associazioni”, le parole del senatore Alberto Balboni che “ha confermato – precisa l’odg – l’intenzione del Governo, da lui condivisa, ma smentendo almeno parzialmente il sindaco Fabbri, ha fatto sapere di non ritenere idoneo il luogo che si sta valutando nei pressi di via Bologna”.
Per Alessandro Amà, annunciando il proprio voto contrario, il documento accusa il limite di una visione utopistica della realtà, perché lasciare liberi un così alto numero di irregolari metterebbe in pericolo la sicurezza dei cittadini. “Non possiamo continuare a ignorare – ha detto – che il problema esiste e che va gestito”.
Secondo Anna Chiappini, invece, il racconto edulcorato sulla sicurezza non tiene nella realtà dei fatti, perché le condizioni di trattenimento – detenzione in concreto praticate sono una bomba ad orologeria per la sicurezza.
Riccardo Bizzarri ha messo in evidenza che la legge che istituisce le strutture di trattenimento risale al 1998 e una questione di tale delicatezza andrebbe affrontata fuori dagli schieramenti politici.
Contro il testo si è detto anche Alessandro Guaraldi, chiamando in causa, sul problema, responsabilità politiche che risalgono ai governi prima di quello attualmente in carica: “il mancato rispetto dei diritti umani – ha detto – non è da oggi”.
Andrea Baldini ha risposto al consigliere Bizzarri dicendo che dopo la legge del 1998 si è continuato a legiferare e far risalire la responsabilità solo a chi era in carica a Palazzo Chigi in quegli anni è un modo riduttivo di porre la questione. “Dobbiamo occuparci del rispetto dei diritti umani oggi - ha ricordato – oltre al fatto che i Cpr hanno dimostrato di non funzionare e questa è una realtà ormai sotto gli occhi di tutti”.
“È di ieri, poi, la notizia – ha concluso – che il ministro Piantedosi con un provvedimento ha aumentato da 35 a 45 euro giornalieri la dotazione per finanziare le strutture di accoglienza, misura da condividere perché necessaria, quando finora abbiamo sentito critiche che erano troppi anche i 35”.
I Cpr – ha ribadito Colaiacovo – non sono in sé una buona soluzione e non è questione di prendersela con l’attuale Governo in carica”.
Riccardo Bizzarri ha aggiunto che su un tema così complesso avrebbe preferito un documento meno di parte.
A conclusione della discussione, Francesco Carità si è detto non sicuro che il Cpr sia un sistema inadeguato: “le critiche a priori – ha ricordato – non vanno bene”. “Il Cpr non c’è ancora a Ferrara – ha concluso – e i sistemi finora esistenti non hanno funzionato. Scopriremo quando sarà realizzato a Ferrara se sarà una risposta che funziona oppure no”.