È tempo di bilancio di mandato per la Provincia che andrà al voto il prossimo 29 settembre.
La scadenza elettorale per l’amministrazione che ha sede in Castello Estense riguarderà il rinnovo della carica di presidente e del Consiglio provinciale.
Il termine naturale, quadriennale, dell’attuale presidente, Gianni Michele Padovani, avrebbe dovuto essere dicembre 2025, ma non essendo stato eletto sindaco per il terzo mandato a Mesola nelle elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno scorsi, anch’egli, come il Consiglio, resta in carica in regime di proroga fino a fine settembre.
Padovani, dunque, eletto il 18 dicembre 2021, tira le somme di poco più di due anni e mezzo di governo, a partire dai principali compiti istituzionali che la legge Delrio ha riservato alle Province dal 2014: strade e scuole.
Sulla manutenzione della rete viaria (circa 800 chilometri in totale su 76 strade provinciali) sono stati investiti 3,6 milioni nel 2022, 8,9 l’anno successivo e nel 2024 sono in corso interventi per nuovi manti stradali pari a 5,2 milioni. In tutto, quindi, 17,7 milioni di investimenti per mettere in sicurezza 174 chilometri di Sp.
Senza contare il resto della manutenzione annuale: i 5 chilometri di nuovi guard rail sostituiti con una spesa di 600 mila euro, seimila cartelli stradali ripristinati o cambiati, i 200 chilometri di segnaletica rifatti, gli sfalci erba a bordo strada e le attività di potatura e abbattimento di piante ammalate e quindi pericolose (circa 250 ogni anno, rispetto a un patrimonio arboreo lungo le Sp stimato in circa 20 mila piante), il piano neve e la riparazione buche.
Tutti interventi in più che portano il totale della spesa a 18,6 milioni.
“Sappiamo da calcoli fatti dai tecnici e noti da tempo – puntualizza Padovani – che per rispondere in modo adeguato alle esigenze di manutenzione stradale dovremmo spendere ogni anno circa 15 milioni, ma queste sono le risorse che, specie dopo la riforma del 2014, continuiamo ad avere a disposizione”.
Risorse che provengono dallo Stato (circa 10,2 milioni dai decreti ministeriali), in parte dalla Regione, dai fondi ottenuti dalla gestione commissariale per il ripristino delle pavimentazioni a seguito dell’alluvione del maggio 2022, a cui si aggiungono circa 5,1 milioni di risorse proprie dai bilanci provinciali.
Nella partita della viabilità rientrano anche i lavori di messa in sicurezza dei 360 fra ponti, manufatti stradali e viadotti di competenza. Qui, a parte la continua attività di verifiche e controlli, nel corso del mandato è stato dato il via a un programma poliennale di cantieri da 34,2 milioni, dei quali attivati per 26 milioni. Più in dettaglio, 2,3 milioni sono gli appalti conclusi o in fase di collaudo, 8,4 milioni gli appalti in corso, 1,9 quelli in fase di gara e 13,4 in fase di progettazione. Tutti finanziati con risorse del Ministero infrastrutture e trasporti. Nel solo 2024, fra inizio lavori e in fase di consolidamento, il programma prevede cantieri su 10 strutture di attraversamento.
Il tema scuole, invece, significa per la Provincia la manutenzione di 54 edifici di secondarie di secondo grado tra Ferrara, Argenta, Bondeno, Codigoro, Copparo, Portomaggiore e Ostellato. Manutenzione vuol dire, principalmente, messa a norma, miglioramento sismico ed efficientamento energetico.
Nonostante le difficoltà del biennio 2021-2022 a causa della pandemia da Covid, sono stati messi a segno, grazie ai bandi Miur, interventi di adeguamento sismico in sette fra scuole e palestre (istituti Roiti e Copernico-Carpeggiani a Ferrara, Montalcini e don Minzoni ad Argenta, Remo Brindisi a Lido Estensi e Guido Monaco da Pomposa a Codigoro). Nell’insieme è stato un investimento di quasi 3 milioni di euro.
Dal 2022 è partito un secondo ciclo di cantieri, grazie soprattutto ai fondi Pnrr, per circa 29 milioni su 14 fra edifici e palestre (Bachelet, Iti via Pacinotti, Ipsia, licei Roiti e Ariosto, ex Itip, Iti via Pontegradella e istituto agrario di Malborghetto a Ferrara, oltre al Centro scolastico a Codigoro e Ipsia di Portomaggiore).
“Come ho risposto recentemente a un’interrogazione in Consiglio – ricorda il presidente Padovani – ci rendiamo conto delle difficoltà che questa mole di lavori sta creando nel tentativo di conciliare il problema di una temporanea riduzione degli spazi agibili a causa dei cantieri, da un lato, e l’esigenza di far fronte alla richiesta di classi aggiuntive di alcuni istituti per l’andamento delle iscrizioni. Ma – prosegue - stiamo cercando di rispondere a tutte le esigenze, anche ricorrendo all’utilizzo di moduli abitativi da adibire alle attività scolastiche. Credo – conclude - vada tenuto nel giusto conto che le risorse che abbiamo a disposizione non ci consentono di ampliare, specie in tempi brevi, volumi e spazi, e che l’occasione di mettere in sicurezza aule e palestre in cui entrano ogni anno circa 15 mila studenti, senza contare insegnanti e personale amministrativo, sia una priorità da non perdere”.
C’è poi la partita Castello Estense, tornata in auge dopo la decisione del Ministero della cultura di non confermare il finanziamento di circa 7 milioni concessi nel 2016 alla Provincia per il progetto di miglioramento sismico, dopo il terremoto del maggio 2012, e recupero funzionale.
“Una decisione che – dice Padovani - se confermata significherebbe rifare da capo l’intero iter di progettazione e approvazione, durato anni, oltre che ridimensionare il quadro investimenti in modo non sufficiente rispetto alle necessità di riqualificazione complessiva del monumento simbolo di Ferrara. Per questo – aggiunge – d’accordo con il sindaco del Comune di Ferrara Alan Fabbri, che ringrazio per la sensibilità e collaborazione, stiamo avviando un’interlocuzione con il Ministero per il ripristino del quadro finanziario originario, che consentirebbe ai nuovi presidente e Consiglio eletti il prossimo 29 settembre di abbreviare i tempi per lo svolgimento della procedura di gara e dare avvio ai lavori”.
“Un impegno – sottolinea il presidente - per consegnare ai prossimi amministratori un percorso all’insegna della necessaria e utile continuità e non dell’interruzione”.
Un passaggio di testimone che potrà avvenire senza traumi anche sul piano dei conti economici, con un bilancio in equilibrio, una spesa corrente e del personale in linea con i parametri di legge e con una dinamica discendente del debito dell’ente, sceso dai 46,4 milioni del 2021 ai 38,6 a fine 2023. Una traiettoria in calo che arriverà nel 2026 a 28,3 milioni.
“Un risultato di equilibrio – conclude Padovani – nonostante in questi anni abbiamo subito l’aumento dei costi energetici, delle materie prime, il rialzo dei tassi d’interesse, il cui conto pesa sulle rate dei mutui, le flessioni del mercato dell’auto da cui dipendono le entrate da Rc Auto e Ipt, e il perdurare della compartecipazione al risanamento della finanza pubblica, che ogni anno significa restituire allo Stato oltre 11 milioni di risorse nostre, cioè tagli che sono previsti fino al 2026”.
“Ringrazio – chiude Padovani – i dipendenti, per il lavoro svolto in anni non semplici e in un quadro perdurante di incertezze e risorse non adeguate, i consiglieri e i sindaci del territorio perché non hanno mai fatto mancare la loro collaborazione, per il funzionamento del Consiglio e dell’Assemblea dei sindaci”.