4 Novembre

Il discorso del presidente della Provincia

Data: Mercoledì, 05 Novembre 2025

Tempo di lettura: 5 min

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4 NOVEMBRE

GIORNATA DELL’UNITÀ NAZIONALE

E DELLE FORZE ARMATE

 

Ferrara, 4 novembre 2025

 

        

         Autorità militari, civili e religiose,

         Associazioni combattenti e d’armi,

         Rappresentanti della Scuola, studenti e insegnanti,

         Cittadine e Cittadini

 

 

Celebriamo questa giornata per ricordare il compimento del sogno risorgimentale dell’Unità nazionale e onorare tutti i caduti di una guerra, che causò la morte di milioni di soldati e di un numero imprecisato di feriti, segnati nel fisico e nella mente.

 

Nella circostanza, non ci fu famiglia italiana che non pianse la morte di un figlio, un marito, un fratello, un parente, un amico.

 

Il 4 Novembre non è solo la data celebrativa di una vittoria, ma continua anche ad essere il severo richiamo di un passato, che racconta il fallimento di quelle classi dirigenti che cedettero all’avventura della forza, anziché comporre aspirazioni e interessi nazionali in modo pacifico.

 

Fu il fatale epilogo delle divisioni fra Stati, regni e imperi che, accecati dalla brama di supremazia, non capirono che mandando al massacro i propri figli stavano per cancellare il loro stesso futuro, nell’illusione che il gigantesco sforzo bellico di una guerra sancisse un vincitore.

 

Invece di un nuovo ordine pacificato, i risultati furono i disastri finanziari e gli enormi debiti di guerra che alimentarono rancori e risentimenti, che hanno continuato ad ardere sotto le ceneri, anche in considerazione delle condizioni umilianti imposte ai vinti, trascinando gli stati nella ancora più distruttiva, successiva 2^ guerra mondiale.

 

Fra i tanti capitoli dolorosi della prima guerra mondiale, un pensiero lo meritano le tante donne chiamate a sostenere l’immane sforzo di un’economia di guerra, pur senza godere neppure dei diritti politici.

 

Il 4 Novembre risveglia in noi anche la memoria del passaggio del convoglio ferroviario che trasportò le spoglie del Milite Ignoto, al quale l’Italia intera rese omaggio in occasione del transito in ogni stazione di quel feretro, che la madre di un soldato friulano scelse tra le 11 bare che contenevano i corpi non identificati di caduti rimasti senza nome.

 

Nel suo tragitto, il 30 ottobre 1921, quel treno, partito da Aquileia, sostò anche a Ferrara e a Poggio Renatico, per proseguire verso Roma, dove il 4 Novembre la salma fu tumulata all’Altare della Patria.

 

Da non dimenticare il duro monito dell’allora papa Benedetto XV che, il 1° agosto 1917, scrisse alle nazioni belligeranti una ferma esortazione a porre fine immediata al conflitto, definito senza mezzi termini un “inutile strage”.

 

Questo appello di oltre un secolo fa, appare terribilmente attuale anche oggi quando, a causa di eventi bellici prossimi ai confini di un’Europa dalle evidenti fragilità, si ripresentano le ragioni della potenza militare e della legge della forza, al posto della forza della legge; chiamando in causa tutte le nazioni e sollecitando l’adozione di provvedimenti di innalzamento della sicurezza militare, che rischiano di riverberarsi con effetti sgraditi sia in ambito sociale che economico.          

 

Siamo pertanto sollecitati a ribadire che, alla strada della guerra, è sempre preferibile percorrere sentieri – per quanto impervi – di pace e di dialogo.

 

         Gli stessi che, sulla scorta del bilancio ancor più disastroso della seconda guerra mondiale, sono stati percorsi per un’Europa dei popoli non più nemici tra loro.

 

         In questa giornata dove celebriamo l’Unità d’Italia e le nostre Forze armate, oggi non più strumento di ossessioni di conquista, ma più moderno presidio di sicurezza e dispositivo competente per la composizione di tensioni e ostilità. Sono 3 i numeri guida che chi indossa una divisa con spirito di servizio ben conosce: 24h/g, 7gg/sett, 365gg/anno.

 

Rivolgiamo anche il nostro sentito ringraziamento:

 

  • agli oltre 7.000 soldati impegnati nelle missioni internazionali di pace;
  • a quelli presenti nelle città per contribuire alla sicurezza dei cittadini;
  • a quanti sono impiegati in operazioni di soccorso e aiuto, come avvenuto durante la crisi pandemica e in occasione della drammatica alluvione che ha colpito anche la nostra terra.

 

E un pensiero particolare lo rivolgiamo ai tre carabinieri che hanno perso la vita lo scorso 14 ottobre, oltre ai 16 tra militari e agenti di polizia rimasti feriti, intervenuti per lo sgombero di un’abitazione in provincia di Verona.

 

         Il 4 Novembre continui ad essere pedagogia di pace della nostra unità nazionale.

        

         Viva il 4 Novembre, viva le Forze Armate, viva l’Italia.

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Ultimo aggiornamento:Mercoledì, 05 Novembre 2025